Riceviamo una lunga lettera da parte della senatrice Luisa Angrisani, a cui Origine Concorsi ha chiesto in merito all’applicazione del Decreto Brunetta ai concorsi scuola già banditi. Una fase di incertezza che ancora una volta stanno pagando i candidati che si stanno preparando ad un concorso bandito la scorsa estate.
Ecco le parole nette e chiare della senatrice che ora è nel gruppo di Alterativa C’è, in un’ esclusiva dichiarazione ad Origine Concorsi, che intende ad ogni modo ringraziare la sen. Angrisani per una presa di posizione al di là del merito della vicenda, almeno chiara e netta, a differenza invece del Miur che per ora sembra essere sordo al bisogno di chiarezza e di certezza dei candidati (anche se rimane per ora confermata la prova preselettiva). Nell’anno dantesco, l’ignavia di un governo e di una classe politica incapace di capire l’esigenza di chiarezza di circa 500mila candidati che hanno presentato una regolare domanda di partecipazione ad un concorso ed hanno diritto ad avere regole chiare e trasparenti di partecipazione e selezione.
“Il Governo dei migliori – scrive ad Origine Concorsi la senatrice – propone una modalità di selezione di accesso nella pubblica amministrazione e nel mondo della scuola che non permetterà ai giovani laureati di poter accedere alle procedure concorsuali.
Queste procedure che vogliono perseguire sono incostituzionali perché favoriscono solamente i precari che hanno accumulato titoli e servizio senza alcuna precedente selezione, tagliando di fatto una buona parte di coloro che hanno studiato e affrontato un percorso specializzato.
– esclusiva dichiarazione ad Origine Concorsi – www.origineconcorsi.it
Finora nei concorsi i titoli erano stati valutati dopo una procedura selettiva ed avevano inciso fino a un massimo del 20% del punteggio finale. In questo nuovo decreto vengono usati come preselettiva e solo chi ha più titoli, quindi di riflesso più possibilità economiche, riuscirà a superare lo scoglio dell’assunzione.
Questa riforma, inoltre, per quanto possa sembrare incredibile, si presenta come un ulteriore abominio nel valore retroattivo. Infatti le norme potranno essere applicate non solo ai concorsi da bandire alla data di entrata in vigore del decreto, ma anche ai concorsi già emanati.
– esclusiva dichiarazione ad Origine Concorsi – www.origineconcorsi.it
Pertanto migliaia di disoccupati, ma soprattutto neolaureati, che da tempo stanno studiando per partecipare a un concorso pubblico al quale si sono già iscritti e per il quale, magari, hanno già versato la quota di partecipazione, potrebbero essere trovarsi svantaggiati e tagliati fuori perché non si sono potuti permettere un master o un altro titolo di studio post-laurea. Tutto ciò è inaccettabile, non possiamo permetterlo”.
Ovviamente, che il Decreto Brunetta possa risultare incostituzionale è un nodo reale che impegnerà per mesi i costituzionalisti prima di per poter essere sciolto, con il rischio dell’annullamento del concorso stesso o dei soliti strascichi di ricorsi.
Ovviamente nel caso dell’accesso della professione insegnante il decreto Brunetta non potrà essere varato senza un reale riordino di tutto il percorso di reclutamento ma le posizione politiche sembrano essere distanti anche nella maggioranza.