Roma. 13.4.2020
a cura della redazione di Origine Concorsi
Origine Concorsi ricostruisce con chiarezza quelle che sono le notizie giornalistiche in riferimento alle notizie sul provvedimento in esame. Molti siti acchiappaclick e che vivono di pubblicità stanno esasperando gli animi al fine creare equivoci interpretativi sui concorsi della scuola al solo fine di avere visibilità. Spesso anche giocando sua una sterile contrapposizione tra precari storici e neolaureati o giovani che non è in nessun modo prevista dal Decreto Brunetta, come vedremo.
Ovviamente il bando sui concorsi scuola bandito lo scorso anno, non prevedeva nessuna valutazione dei titoli e ribadisce le modalità della prova preselettiva, qualsiasi cambiamento, deve in ogni caso prevedere un nuovo Decreto che vada a modificare il precedente o un nuovo bando con le nuove regole (la cui fonte può essere solo un Decreto pubblico del Ministero della Pubblica Istruzione e/o la Gazzetta Ufficiale).
Ai propri corsisti ed ai tanti che si affidano con fiducia e serenità al nostro Ente di Formazione Concorsi, vogliamo ricostruire i fatti allo stato attuale. Ovviamente tutto potrebbe clamorosamente cambiare, ma allo stato attuale questa è la situazione.
Il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, intervenendo all’Huffpost a proposito della riforma dei concorsi prevista dall’art. 10 del decreto legge 44 del 1° aprile, ha fatto due importanti precisazioni:
Il primo: la modalità della preselezione per l’ammissione alla prova scritta (una sola) non si applica obbligatoriamente ai concorsi già banditi.
Secondo: questa sarà prevista per i concorsi scuola ancora da bandire (esempio, concorso per dirigenti tecnici e per docenti di religione) l’ammissione allo scritto mediante la valutazione dei titoli sarà obbligatoria.
In pratica, per i concorsi scuola ordinari già banditi (infanzia e primaria, secondaria di I e II grado) sarà il ministero competente a decidere tra preselezione con quesiti a crocette o valutazione dei titoli, come ha precisato il ministro Brunetta: “Per i concorsi già banditi per i quali non sia stata svolta alcuna prova, le amministrazioni possono, non devono, prevedere una fase di valutazione dei titoli di studio legalmente riconosciuti ai fini dell’ammissione alle prove successive e possono prevedere una sola prova scritta e una eventuale prova orale”.
⇒ “Possono” non devono. Qui abbiamo ricostruito le fonti Ministero Funzione Pubblica la vicenda
Considerato che per il concorso infanzia e primaria sono già state costituite le commissioni, mentre per quello ordinario collaudate le aule informatiche per le prove e predisposta la batteria dei quesiti, organizzato le domande per Regioni, calcolato numero posti e numero di domande, ci sono tutte le condizioni per procedere immediatamente alla prova preselettiva come previsto dal bando.
Ci auguriamo che il ministro Bianchi non indugi oltre, visto che il collega Brunetta gli ha dato l’assist per decidere. VEDI QUI PER LE TABELLE
A proposito della valutazione dei titoli, il ministro Brunetta ha confutato decisamente la tesi, sostenuta da diverse parti, secondo cui quel tipo di selezione favorirebbe gli anziani a danno dei giovani.
Infatti in questa valutazione voluta dal ministro, verrebbero considerati soltanto i titoli di accesso (laurea e abilitazione) come aveva sostenuto, a differenza di molti, anche la nota ed affidabile testata giornalista Tuttoscuola ed a differenza di quanto invece erroneamente sostenuto nel titolo dell’articolo da Orizzonte Scuola, anche se poi confutato dalla lettura dell’articolo stesso. In pratica, nulla allo stato attuale porta a dire se il Ministro Bianchi possa cambiare il modello della prova concorsuale, ed ovviamente, se dovesse avvenire dovrebbe farlo con apposito provvedimento e prevedere anche la riapertura del bando. Tra la pubblicazione del provvedimento, la riapertura del bando, etc. non si accelerebbero certo i tempi del concorso ordinario, anzi.
Infatti, lo stesso Ministro Brunetta ha puntualizzato che il servizio, in pratica l’anzianità di servizio dei candidati precari, verrebbe valutato SOLO al termine del concorso, anziché tra i titoli della selezione per l’accesso allo scritto.
Origine vuole ricordare la differenza tra la dicitura “titoli” con cui vanno intesi i titoli di studio o specializzazione (Master e Dottorati, etc.) come prevede il Decreto Brunetta, diversi dalla locuzione “titoli” che qualcuno confonde con gli “anni di servizio”, una confusione terminologica che spesso viene confusa dai candidati.